La scrittura secondo me

LA SCRITTURA SECONDO ME

Autore : llMezZanottEll

 

Io vi avviso: non so come ne uscirete da questa lettura. A dire il vero, non so come ne uscirò io stessa, dopo che avrò scritto e soprattutto dopo che avrò messo in piazza la contorta e  perversa storia che mi vede protagonista. Infatti, dopo anni in cui mi diletto a scrivere, ho deciso di analizzare tutto ciò che ho scritto, visto, sentito e provato, da un punto di vista filosofico-psicanalitico. Filosofico perchè, volendo analizzare i confini del possibile e dell’assurdo, solo la filosofia può compiere quell’indagine logico-illogica senza la pretesa di trovare un modello perfetto e non confutabile. Mi piace essere confutata, lo ammetto. Psicanalitico perché scrivere è un fatto intimo, e come tale la radice risiede nell’abisso di ognuno di noi, il cui fondo è inarrivabile. Ecco perché una volta iniziato il percorso, non si smette mai di scavare per ritrovarsi. Ora, vi starete chiedendo il perché io faccia tutto questo . La risposta è semplice, ma non scontata: analizzare tecnicamente il mio misterioso rapporto di coppia con la scrittura, dal momento che in un certo senso ha avuto e continua ad avere un preponderante peso nella mia vita. Se non l’avete capito, lo faccio perché come ogni innamorato che si rispetti, non posso non raccontare al mondo intero ciò che  ritengo la mia più bella storia d’amore mai vissuta. Io e la scrittura, che  badate, per me ha sesso maschile.

 

Fondamentalmente infatti  credo che questo struggente connubio di anime abbia proprio un valore amoroso,  perché è un qualcosa che sento fortemente intrecciato a quella convulsa dottrina riguardante anima e sentimento, amore e odio, vita e morte, psiche e techne  e razionalità e follia tipico di ogni legame stretto e sanguigno . Disse infatti bene Gorgia nel suo “Elogio di Elena” : “ I divini incantesimi compiuti con le parole possiedono una potenza che blandisce l’anima persuadendola e trascinandola con il loro fascino”. Credo infatti che io , in un tempo che non riesco ancora a definire, ne sia stata fatalmente travolta, senza saper fare più ritorno alla normalità. Io amo, dunque scrivo. Un po’ come l’internazionale  “ cogito ergo sum” magistralmente reinterpretato da Agota Kristoff , con :  “ chi non ha scritto nulla nella propria vita, non è mai esistito”. E ricordo che anche Plinio il vecchio consigliava fin dai tempi che furono:  Nulla dies sine linea. “Non lasciar passare neanche un giorno senza scrivere una riga”.Dunque, ricordatevi di amare ogni giorno.

 

Mi sono infatti sempre chiesta che tipo di rapporto avessi io con l’ossessione di scrivere, che tipo di rapporto fosse in generale quello tra me e la mia innata attrazione per le parole, in che modo io scrivessi. Riflettendo e scrivendo in tutti questi anni, sono arrivata ad una conclusione agghiacciante, un po’ aristotelica un po’ nietzschiana, un po’ platonica, un po’ shakespeariana ,  un po’ aulica, un po’ sclerotica: la scrittura è  proprio il mio amante perfetto.. E lo è perché mi assomiglia: parla molto, mente, si dichiara,  e spesso culmina nella dichiarazione in cui finisce. A “ poli opposti si attraggono” non credeteci poi tanto, credete piuttosto a “ chi si piglia, s’assomiglia”.

 

Io e il mio amante ci amiamo perché siamo simili.  Perciò in virtù di questo riusciamo a fonderci e a coesistere nelle tante svariate sfumature. E non c’è perpetuazione, non c’è routine, non c’è noia, seppure siamo sempre io e lui, lui ed io, un universo che esiste e si distrugge a piacimento, e che prova goduria carnale e mentale nella disintegrazione e nella rinascita di sempre nuove combinazioni. Insomma è un amante contradditorio ed indecente, discreto ed invadente, eppure perennemente presente e comprensivo. Ma mai uguale a se stesso. Per questo io e lui siamo profondamente corrotti dentro, corrotti dal piacere di essere insieme, di essere altro sempre e al contempo noi stessi. In svariate forme siamo: piattole, topi, fiori, cipree, luce, buio, palazzi, capanne , strade, puntini nel nulla, buffoni, scienziati, ponti, sostanze corrosive o lenitive . Amore come scrittura, scrittura come metamorfosi continua. Una coppia, una cosa sola , una mala pianta che trae nutrimento da tutte le manifestazioni umane legate all’amore: tradimento, gelosia, idealizzazione, insulto, e persino nella prostituzione consapevole e consenziente . Si può chiedere di meglio di tutto questo vivere sulle montagne russe così tranquillamente come se si stesse passeggiando in campagna a raccogliere mammolette ?

 

Ovvio che come tutti gli amanti che passano la vita insieme, non sanno dire cosa vogliono l’uno dall’altro, perché non è certo solo per il piacere carnale che due amanti provano una passione così ardente a stare insieme, ed allora è chiaro che questo nostro legame è nato in un cosmo primordiale, dove tutto viene espresso come vaghi presagi, come divinando da un fondo enigmatico e oscuro. Io scrivo e non so cosa scrivo, né pretendo che qualcuno me lo spieghi , perché credo a quella frase di E. Dickinson, la quale ebbe a dire:  “ Che l’amore sia tutto, è tutto ciò che sappiamo dell’amore”.E la scrittura come l’ amore non ammette definizioni e limiti di fatto. Per questo è anche inganno. Si rompe lo specchio, ci si immagina proiettati in quello scritto che si ammira, e si gode poi l’immagine del proprio io, anche se lo si chiama con il nome di un’altra cosa, e con l’illusione di aver creato una nuova immagine. Invece è sempre la nostra stessa immagine, la nostra forma che varia nel tempo e nello spazio.

 

E’ inutile ora che vi dica che come in tutte le coppie che si rispettino , esiste dunque all’interno un legame complesso, che non prescinde finanche dall’odio. Infatti scrivere è anche odio,  e come tale quest’ultimo  mira a sfociare violento in ogni fiordo, itzmo e fiume , mirando così a sbarazzarsi del proprio impercettibile essere oggetti per l’altro e abolire la propria dimensione di alienazione. Ciò equivale a realizzare un mondo in cui l’altro non esiste. Chi può negare infatti che quando si scrive stiamo desiderando in realtà solo il nostro desiderio di predominio e assolutismo di esistere? Predominio ed assolutismo che tanto si avvicinano alle caratteristiche di quella che viene detta prostituzione. Mercifichiamo noi stessi per migliorare la nostra condizione, godendo del fatto che siamo in diritto di  non instaurare legami,  continuità e dedizione, né altre fatiche che qualche ingenuo chiama virtù. Quando scrivo spesso mi prostituisco, voglio cioè anche essere  restituita  al disamore, alla svendita dell’intimo, al sadismo di buttare le mie parole in faccia a qualcuno ferendolo a morte se è il caso. Insomma senza tirarla per le lunghe, per dirla alla Celine “ Scrivo come posso, quando posso, dove posso. Scrivo in fretta e furia, come ho sempre vissuto” come ho sempre amato, aggiungo. Ed ora che ho fatto questo excursus, non credete che io ne sappia qualcosa di più di ciò che scrivo, cerco solo di affidarmi al mio amante per rendere meno dolorose le mie illusioni.

 

Breve biografia dell’autore: llMezZanottEll è una e-writer che scrive dal 2005 in scelta di assoluto anonimato. Schiva ,riservata ed estremista per carattere, ha sempre declinato ogni invito di partecipazione ad eventi , a blog, riviste letterarie e meeting di poeti contemporanei, ritenendo la sua libertà di inesistenza, sua primaria fonte di ispirazione. L’unico blog a cui a scelto di partecipare nel tempo è il magmatico Thecatswillknow, da lei ritenuto di radice candido-anarchico-intellettual-integralista. Ella dichiara di non sapere cosa scrive esattamente, se prosa o poesia, se sogni  o profezie, lei proprio non lo sa, ritenendo ogni sua parola, una sorta di divinazione /maledizione  proveniente da luoghi pressoché sconosciuti. L’unica cosa che dichiara è che le sue parole hanno sempre avuto ed hanno solo e soltanto la consistenza di un pasto nudo. Principali ispiratori dell’autrice sono: William S. Bourroughs, Umberto Galimberti, Cristina Campo, Djuna Barnes, Anna Maria Ortese, Simone Weil, David Foster Wallace, James Ballard, Stefania Tupputi , Marina Pizzi. Occhio particolare e recente fonte di ispirazione per l’autrice è il medico scrittore Giorgio Todde.

 

Citazione di un frammento dell’autrice: “ Domandati circa i tuoi rem imbarazzanti, il disagio dato dai tuoi occhi sgranati su ciò che chiami amore. Domandati se per caso non provengano da un tuo mai superato 1200 nell’anima o dalla insensata folle corsa dei tuoi anticorpi nel nulla che ti circonda e ti distrugge piano ”.

 

Informazioni su Gianluca Corbellini


15 responses to “La scrittura secondo me

  • intarsiodiversi

    trovo molto interessante l’indagine filosofica-psicanalista, perché scavare in fondo a se stessi aiuta anche a comprendere meglio il mondo circostante. poi non so, ci sono parecchi meccanismi che mettono in moto la predisposizione allo scrivere. per certuni, costituisce uno sfogo e nulla di più. per altri, piace anche a me pensare che sia un atto d’amore costante a tu per tu, e questa cosa la spieghi bene nelle sue varie sfaccettature. ma c’è una cosa che amo enormemente nella scrittura e la trovo tremendamente feconda al di là delle forme, delle immagini dove ci si proietta: il senso della perdita. un sentire inalterato che si ripercuote da un testo all’altro, come se si stesse a scrivere ogni volta con un linguaggio diverso la medesima cosa, ma nello stesso tempo diventa “altro” senza veramente rendersene conto, perché si stacca da chi lo ha scritto, si muove da solo nel non ancora detto. un’urgenza, infine, che obbliga ogni volta la ricostruzione delle parole in modo che non si rimanga a lungo “solitari” con se stessi.

    ferni

    • llMeZzanottell

      Grande anche il tuo punto di vista Ferni. Sostanzialmente, per mia natura non mi è mai piaciuto definire le cose, quanto invece mi piace capirle tecnicamente. Ogni cosa ha un cuore tecnico, perchè sostanzialmente la mente è una macchina, una macchina che spesso fa un gran casino, e per usarla al meglio è necessario il controllo, e più o meno capirsi. Poi una volta capito dov’è il guasto, certo, si può pure procedere tranquillamente, e ti dirò…capita la falla, o la potenza nascosta, scrivere è ancora di più uno spasso. La parola è l’unico potere che abbiamo, lo stesso che ci viene dall’amare. Ma sarò pazza a pensare questo?? A volte mi capita di leggere cose scritte in un passato lontano, anche appuntate sulle mie migliaia di libri e rileggendomi, mi è capitato di rimanere basita da certe mie trasposizioni, tanto da dire: Eh?????? Un abbraccio , e grazie ancora a Gianluca per avermi ospitato a casa sua. b.

      • llMeZzanottell

        Dimenticavo che leggere Nietzche, Barthes, Chebel,Baudrillard and others, mi ha schiuso orizzonti. Molte delle loro visioni, le ho fatte subito mie.

  • samoa

    Sorrido.Solo chi ti conosce di persona,privilegio,sortilegio e svacco ( hops ,perdona il francesismo ) può sapere che tutto quello che tu hai scritto è davvero così.Può sapere che mentre lo hai scritto eri concentrata,vera,che hai sorriso.Che hai anche riso e di gusto.
    Una dote,quella del sapersi ridere ( assai diversa dal deridersi) ,rara e salvifica.Infatti te ne sei uscita e esci indenne dalle peggiori beghe pseudo letterarie,attraversando lieta e gozzovigliante scontri dialettici con le peggiori personalità (?) in circolazione sulla rete.Sai che ti invidio la pazienza ,priva di alcun senso di superiorità o snobbismo,con cui vai al confronto con vere e proprie zecche del mondo internauta.All’inizio pensavo a qualche tua forma di follia,solo col tempo ho capito che la tua è autentica curiosità verso il genere umano.Di conseguenza la scrittura è scrittura sul corpo.Il testo è testa,e il verso pancia.Lo slancio leterario tuo è protendersi verso l’altro.Pochi i filtri,totale la fiducia che anche l’ultimo degli animaletti sia comunque un animale in qualche modo inelligente,
    Per cu,i al di là delle bibliografie e dei numi tutelari,la tua scrittura è molto scrittura di vita e di esperienza.Noi siamo ciò che gli altri leggono di noi.
    E ll tuo modo di scrivere,amato e odiato da te e dai lettori,è il sedimento degli sguardi che vi si posano sopra,Delle lodi e,forse più,delle detrazioni.
    Ne avrei da dire.Ma non vorrei stancare e stancarti.

    per quello che mi riguarda…..la mia scrittura è me che mi sta davanti.Nel senso che mi sopravvanza sempre di qualche passo.Arriva prima di me,perchè,quasi sempre,è più intelligente,arguta ed acuta,di quanto io lo sia effettivamente,Mi illumina le stanze ottuse che io sono nella realtà.Mi spiega quello che Samoa non coglierebbe manco picchiandoci il naso.
    Sarà per questo che per me è un processo faticoso,che tendo a soffocare,a cui lascio uno spazio avaro ed esiguo.Un po’ le invidio la chiarezza con cui vede le cose .Nitidezza che io ,nella vita,non possiedo,facendo sempre qualche pasticcio di troppo o impiegandoci troppo tempo ad arrivare al nocciolo delle questioni.
    Beata scrittura quindi che giunge ,quando glielo consento ,in soccorso al cieco che sono.
    La ringrazio nei momenti di tenerezza.Tra noi vige un rapporto cerebrale,talvolta fino alla freddezza,che poco spartisce con la passione,se non con l’amore tout court.

    Besitos

  • stroszek85

    oh che bello questo articolo! Bello anche il pensiero di Samoa e quello di ferni… io non posso che gettarmi invece su quello straordinario film che è “Naked Lunch”… Cioè mi sembra di intravedere una specie di “schiavitù dello scrivere” in te, una sorta di amore morboso è questo tuo; tutte cose brutte se non si stesse parlando di scrittura. La tastiera del computer che diventa un mostro, pian piano accetti la sua presenza sapendo che è solo un’illusione e dicendoti che comunque sia “un’illusione vale l’altra”… E’ terreno fertile!
    PS: io non scrivo per amore, ma per divertimento; non riuscirei a scrivere altrimenti… Ma in fondo; è possibile amare senza divertirsi? Io credo di no, anche nella cattiva sorte ci si diverte, ci si sguazza, ci si mimetizza fra una lacrima e l’altra che, se non altro, rassicurano e documentano la nostra presenza a questo mondo… Anche questo è divertimento!

  • Samoa

    Stro a volte mi chiedo se la scrittura sia un nostro prolungamento o viceversa.

  • llMeZzanottell

    Stros, tu hai interpretato perfettamente il motivo per cui Naked Lunch di Bourroughs per me costituisca una sorta di origine del tutto e pure di attaccamento morboso. Che poi non è una cosa negativa, quanto piuttosto il credere al concetto che tutte le cose scritte, create dal nulla in quale modo esistono. E poi mi piace che tu sia arrivato a vedere il connubio per cui ogni cosa che diverte, in qualche modo la si ama. Sì, sì…che se no, avremmo già smesso da un pezzo di portare avanti questa passione.

    Samoa, io ti ho detto in separata che ormai sento il bisogno di cambiare rotta. Scrivere sì, ma diversamente dal modo in cui l’ho fatto fino ad ora. In particolar modo, è da un pò che mi sento più vicina all’idea di Strozs che porta avanti nel suo blog. Perchè il filone seguito fino ad ora che tu conosci bene, ha fatto il suo tempo. Per quanto riguarda le mie discussioni in rete, essenzialmente quando ci sono state hanno avuto il puro carattere dell’ilarità egoistica. Ovvero ben poco contava il mio interlocutore, quanto invece per me, grandemente contava il mio principio. Se ti stai chiedendo a cosa esattamente mi riferisco, ti posso rispondere con ciò che risposi in un test per un colloquio di lavoro. Mi chiesero le tre cose che odiavo di più. La risposta fu : 1. Gli insetti , 2. La violenza 3. Gli idioti che non sanno di esserlo. Quindi, accanto a quella curiosità per il genere umano che ho, senz’altro vera, si aggiunge quella insofferenza e non sopportazione che provo, quando capisco che poco c’è da salvare dell’interlocutore, Ma è acqua passata, sono solo ricordi ormai, anche se attualmente la diplomazia la lascio solo al campo lavorativo.

    Che la scrittura sia un prolungamento di noi stessi sì, lo penso, E’ allungamento più in particolare, a volte pure chirurgia plastica di noi stessi. Ti ricordi la frase di un film di Almodovar ? ” Siamo tanto più autentici, quanto più assomigliamo all’idea che abbiamo di noi stessi”. E nella scrittura si può operare pure quell’allungamento che sconfina nell’essere tutti un pò transessuali.

    Vi bacio, ringraziandovi tutti.

  • Gianluca Corbellini

    Non sono il massimo come padrone di casa in questi giorni…troppi impegni lavorativi, mi scuso. Comunque sto leggendo tutto e a breve dirò la mia. Voi continuate quanto volete…:)

  • Amara

    ..un amante perfetto, si.. che non ti chiede dove sei stata quando non ci sei.. ma che puntualmente te lo farà apprendere con un dolore sottile quando sarai di ritorno….

  • fulviosguerso

    Una scrittrice per vocazione che ama e odia (“odi et amo”) la sua scrittura “al maschile” come se in quello specchio di parole un Narciso l’attendesse da tempi immemorabili, ma per portarla a fondo, sempre più in fondo all’abisso che è in lei. O in lui? O in un unico abisso sempre inesplorato e ammaliante come il canto delle Sirene…Amore amaro ma grande come il mare…una scrittura come “corpus” immateriale vista ora come il suo “vero” corpo (e quindi come negazione della sua corporeità fisica), ora come il mezzo e lo scopo che solo può dare senso al suo “esserci”…ora come il labirinto in cui si è persa e da cui cerca di uscire…per andare dove? In un altro labirinto o per l’alto mare aperto?
    Certo è che il suo viaggio nella scrittura continua, e la meta (se c’è) è lontana come l’orizzonte…
    Un ammirato saluto da
    Fulvio Sguerso

    P. S. Conosce “Il sillabario di Platone” nel sito “Pratiche filosofiche” dell’editore Apogeo? Vi si legge una notevole “voce” sulla Scrittura.

  • llMeZzanottell

    Vi ringrazio molto per l’intervento, Amarognola e Fulvio. Fulvio, tu sei per caso il caro Full dei racconti di GCS? Tutti avete colto quella sfumatura che io intendevo dello scrivere. E’ chiaro che mi sembra di capire che la scrittura anche per voi abbia carattere psicanalitico, e la psicanalisi si sa, non è scienza, ma filosofia. Qui sopraggiunge il mio interesse per la scrittura perchè è una sorta di specchio per l’autore, dell’autore.Non so se qualcuno di voi abbia letto Ballard e il suo romanzo sperimentale ” La mostra delle atrocità”. C’è all’interno una teoria che parla di stimolazione dell’uomo attraverso le immagini. In particolare immagini sadiche e crude stimolano potentemente l’attività neurologica con conseguente aumento dell’endomorfina. Questa cosa è stata sperimentata anche sui malati di cancro, dando ottimi risultati. Ora io ho sempre sostenuto il potere che può avere la parola, e tanto più potere ha, quando questa è collegata all’immagine. E l’immagine per avere potenza deve scioccare in qualche modo, stimolare l’altro, indurre nell’altro creazioni ulteriori di immagine stessa e parola. Ora, chi ha ricevuto qualche mio commento in passato, potrà rendersi conto il perchè ho apprezzato o no, ciò che avevo letto. Io guardo sempre l’immagine che lo scritto è in grado di produrre, il suono che lo accompagna, che quanto più è icastico e penetrante, tanto più stimola. PS: Fulvio, ti ringrazio per la lettura menzionata, adesso la cerco perchè di istinto mi attrae.

  • Pik Sat

    Odi et amo, un conflitto di difficile soluzione.
    Come se ne esce? Bella domanda: indenne, forse, dalla scrittura e pure da Freud tenendo fede ad uno dei suoi pochi amati dettami che segnano. Ossia, “l’umorismo(che) è il più eminente meccanismo di difesa”, il resto, appare nella veste di onirismi confusi cui mettere ordine e, che lasciano il tempo che trovano: il rapporto con la parola, stretto come il sesso o meno, non è necessariamente ossessivo, solo in sottrazione(come nudo pasto) necessario. Un animale digitale che pensa e scrive, per dare ordine ai pensieri che emergono dal caos del giorno informi. Scrivere è di per sé un atto meccanico e creativo insieme per sancire ciò che in qualche modo ci tocca, un dono da condividere almeno nei contenuti.
    Detto in forma icastica, si scrive perché diverte. In digressione maggiormente articolata del dire, scrivere è: …da quando il mio gatto ha consumato intere le sue vite sui tetti, a nove code e, mi fustiga di lessico e di sintassi. Una sana educazione cinica mi vieta di dire con molte ciò che può e deve essere espresso con poche parole, il gusto della verità, che non teme di raccontare, con occhi disincantati, la realtà come (purtroppo) è.

    Mi accorgo solo adesso parlavo del sottoscritto che non confida troppo sul potere terapeutico della parola.
    Di te mi restano impresse alcune metafore tragressive e il gusto indomito della provocazione … qualcosa di ntelligentemente vivo e pungente lontano da ogni forma di sopore.

  • Gianluca Corbellini

    Mi scuso ancora per il ritard e approfitto per salutare i nuovi arrivati…
    Comprendo ciò che Mezzanotte (e con lei altri) vuole esprimere con il suo scritto, secondo il quale : si scrive per una sorta di psicanalisi auto indotta.
    Un’analisi del proprio “io” e del suo peso specifico, senza tralasciare nessun interstizio e scavando qualunque terreno, che sia anche il più ostico.
    Tralasciando il sentimentalismo nichilista dei pionieri del bridge che nulla hanno a che fare con la scrittura, analizzerei anche la parte ancestrale, istintiva di quest’ultima, per nulla antagonista rispetto al pensiero dei commenti precedenti.
    L’istinto è comune nel genere umano ma nell’artista è ben più pronunciato, forse addirittura l’arto invisibile di cui sopra si parlava.
    Il mio rapporto con la scrittura, per esempio, si basa su una sorta di autismo letterario dal preciso momento in cui decido di prendere carta e penna, ben diverso dalla pulsione, che come ben saprete basa i suoi obiettivi nella soddisfazione di un bisogno generico.
    Io non ho “bisogno”di scrivere di qualsiasi cosa, ma di esprimere un concetto ben delineato e preciso.
    Ultimamente rivedevo l’origine del mondo di Courbet e credo sia un esempio più che mirato per far capire a ciò che mi riferisco.
    Ed è proprio questo stato di cose che fortunatamente mi ha allontanato da salotti soporiferi, dove anche il solo vagare di una foglia è sinonimo di scrittura poetica senza nessun fondamento. Il web ha impresso uno stato di autodeterminazione molto negativo alla scrittura e alla arti in generale.
    Si scrive per essere non per restare.
    Concludo il mio intervento con una citazione…Non esistono libri per ragazzi ma solo cattivi scrittori
    Un saluto per adesso…lo smalto sui ripiani in cartongesso mi aspetta 🙂

  • maat

    è un bel posto per sedersi e leggere, con gusto. Tutto.
    m

  • llMeZzanottell

    Grazie mille del passaggio Maat. Ho dato un’occhiata al tuo blog e…..affatto male quello che ho letto. Passo a trovarti presto. Approfitto poi per ringraziare nuovamente Gianluca per l’ospitalità e per il suo commento. Spero di poter contrattare con lui presto un nuovo articolo. Un bacio a tutti, cheeeeeeersssssssssss ^-^******

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