Non c’è una seconda volta
dove la prima ha compiuto il balzo
di luce un presagio
e di buio un bagliore fine.
Sofia fissa la rete bianca
come si fissano le sirene
che cantano di tempeste e marinai
di rotte verso l’isola di Tupai.
Lei lo sa
il mondo non sta negli occhi
ma lo senti dentro
come fosse filigrana argentea
o i capillari nelle dita controluce
perché a volte la paura accade
di sentirsi una gabbia vuota
di sentirsi a terra
costretta a veder spiccare voli
eppure basterebbe poco ;
un soffio di maestrale, un salto nel buio
il beccheggio di una nave.
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