… e guardandola dal basso
che sembra una chioma nera
nel danzare con il ferro
in equilibrio, sulle punte
di chiodi e di altre sfumature.
-A due anni luce sotto i piedi
il balzo breve di un ricordo-
Un quarto di giorno estivo, al secolo
ventunesimo da poco.
Eri tu, che ammutolivi la parola
come di Cambise l’armata vana
spariva tra sabbia e vento di Khamsin
non lo immaginavo certo
il ritiro, appena prima del maremoto
quando tutto si fa silenzio
e il salir dell’acqua è contronatura
il sapere di affogare
in un preciso giorno
ora, minuto e pure il singolo secondo
perché di figli si muore
si muore ad ogni emozione
divenendo gemelli asincroni mai nati
insieme. Di vasi comunicanti
di corde appese su diversi tronchi
e di doppi sensi.
Questa è la prima di sette poesie, che come denominatore comune hanno il grande carro. I titoli sono ovviamente le sette stelle che lo compongono, in rigoroso ordine di luminosità. Questa è dedicata a mia figlia Camilla ad un passo dai 18 anni.
31 marzo 2021 at 4:07 PM
“perché di figli si muore
si muore ad ogni emozione
divenendo gemelli asincroni mai nati
insieme. Di vasi comunicanti
di corde appese su diversi tronchi
e di doppi sensi.”
Questi versi sono di una potenza impressionante. Complimenti…