Un giorno come tanti
dall’aria di continenti alla deriva
per non saperci stretti
poco inclini ai confini disegnati
come chi non si basta
e sembra contare miglia sulle dita
fino a dieci e poi riparte
o forse mai
perché certi viaggi cominciano dagli occhi
li puoi sentire ;
la pausa prima della virgola
il vento forte sui viadotti
un letto bianco, un divisorio
questione d’equilibrio
sentirti ancora qui vicino
come due natanti legati al molo
che si sfiorano nei fianchi
a intervalli irregolari
prevista neve al mare
ma è estate e nemmeno piove.
27 gennaio 2012 at 2:19 PM
Bellissima Gianluca, ritrovo i tuoi versi che sembrano scritti di slancio in realtà devono essere meditati e sofferti perchè “certi viaggi cominciano dagli occhi” e certi equilibri sono difficilissimi. Grazie, mi regali sempre qualcosa di bello, come se mi offrissi un fiore, un pensiero gentile che sembra proprio per me.
28 gennaio 2012 at 9:36 am
Grazie Annagrazia…:)
29 gennaio 2012 at 9:03 am
molto bella. in fondo siamo degli equilibristi, ed è meglio così.
31 gennaio 2012 at 7:02 am
Grande Gianluca. Come sempre.
5 febbraio 2012 at 5:41 PM
quel tramezzo bianco… che più che dividere unisce, malgrado le distanze.
il confine poetico, a sua volta, è solo un passo oltre la dogana dei corpi.
ciao
cb
7 febbraio 2012 at 3:59 PM
Un grosso ringraziamento ad Angela,Cristina e Ferni per il passaggio…
19 febbraio 2012 at 6:57 PM
E’ da tanto che ti leggo. Ti ho scoperto nel blog di u’amica. Chissà perché non ho mai avuto il coraggio di commentarti, ma stasera mi butto. Sei una delle più belle voci di WordPress. Complimenti Gian Luca
20 febbraio 2012 at 11:01 am
Rossella ti ringrazio e sono contento tu abbia trovato il “coraggio”. Sei la benvenuta e i complimenti in questo momento sono una spinta a continuare a scrivere.
Un saluto
6 marzo 2012 at 4:21 PM
I giorni senza impegno, quasi vissuti galleggiando. Sull’isola delle dita che insieme formano un vasto ( devastato? ) continente. Perché già ogni pausa fa sentire i respiri, gli occhi stessi sono bastimenti. Sanno chiamare ed essere richiamo. E, l’equilibrio è fame da soddisfare. Per fermare il più temibile dei venti: il ricordo. Hai, a mio avviso, una scrittura forte, dove una ben curata nonchalance rende ancor più credibile ogni verso.
6 marzo 2012 at 6:18 PM
Grazie del passaggio “vicinoallalampada”…parole che rispecchiano il senso della poesia e questo è piacere per me