Di questa terra sbiadita, senza alberi
e delle piogge che si lasciano scorrere
nei pugni, traghettati ad un perno dal cielo
perché a togliere le nuvole
nessun dio si mostra leggero
al mondo che esce imprevedibile.
se solo potessi, attraversare il mare intimo
che ingoia tutto e spezza breve
lo stridio di un pesce sotto i piedi, e le orme
di uno scatto costante della voce
che sprofonda, ad un soffio dai confini
perché i dolori non si bagnano di pane
mettono a nudo i sensi, non già le gambe
che tentano un salto dalle alture, e poi il boato
del ghiaccio che preme sulla fronte
e di un varco teso a lasciarsi andare
meglio non chiedere quanta luce mi rimane
forse il tempo di franare le ginocchia
o sulla frattura familiare già scomposta
dove le ombre sotto crepitano
e delle braccia a riparare dall’istinto.
1 marzo 2011 at 4:19 PM
…perché i dolori non si bagnano di pane
Dalla consapevolezza del sentire più intimo alla difesa più ardua, il passo è breve – in mezzo la presa di coscienza di una realtà crudele e universale per ogni essere umano – con un pizzico di condiscendenza.
Una lettura personale.
Grazie
Cettina
1 marzo 2011 at 4:22 PM
Grazie Cettina sempre commenti veramente sentiti e apprezzati.
1 marzo 2011 at 4:36 PM
E’ vero: i dolori non si bagnano di pane, ma talvolta il pane si bagna nel dolore, e tanto più il dolore sa di sale tanto più amaro pane si frange nell’intimo mare amaro dove non è dolce il naufragar………. Poesia è anche rendere dolce l’inevitabile naufragio.
1 marzo 2011 at 5:09 PM
La tua immensa bravura sta nel proporre poesie su diversi argomenti. Amore, erotismo, morte e poi queste lame che fanno male ad ogni verso ma che scuotono i sensi. Bravo Gianluca altra bellissima poesia.
1 marzo 2011 at 5:12 PM
Ringrazio Alessandro per i commenti che mi emozionano e Fulvio nuovo arrivo, sia per il senso del commento sia per essersi palesato, è sempre una soddisfazione essere commentati, è un segno di un passaggio e già questo èmolto per me. Spero dia coraggio anche agli altri…
1 marzo 2011 at 5:15 PM
“….perché a togliere le nuvole
nessun dio si mostra leggero
al mondo che esce imprevedibile….”
Versi che affondano sull’orrida consistenza della realtà con asciutto e raziocinante rigore….Ti sento.Ciao caro
1 marzo 2011 at 5:23 PM
è bella e fa male… a volte è inevitabile… queste parole lasciano segni e ferite ma non se ne può fare a meno…
1 marzo 2011 at 5:50 PM
Ringrazio anche Eirene e Maryline, sperando un giorno di leggervi in queste pagine.
1 marzo 2011 at 10:49 PM
fare l’amore, forse, non è mai stato così bello.
mi inchino.
2 marzo 2011 at 8:25 am
Inquieta, profonda e molto toccante.
2 marzo 2011 at 9:53 am
Un ringraziamento anche a Mary mia ospite e ad Enrica che è ritornata :))
2 marzo 2011 at 11:44 am
Una poesia che mi ha dato i brividi, la leggo e la sento nelle ossa. Grazie.
2 marzo 2011 at 4:51 PM
Grazie anche a te, Annagrazia46, la poesia è per me una valvola di sfogo che condivido con gli altri.
2 marzo 2011 at 8:35 PM
Fuggire da “questa terra sbiadita” verso il piacere del mare intimo e poi il “boato del ghiaccio che preme sulla fronte”…bellissima..A me piace leggere un contrasto tra la dura realtà della vita e il rifugio nel desiderio..ma questo si rivela illusorio e temporaneo…
Grazie…:))
3 marzo 2011 at 2:49 PM
Genny grazie per essere passata da questa parti e grazie per il commento :))
26 marzo 2011 at 3:53 PM
Ho lasciato sentieri per
confidar le mie pene al mare.
Immersa sopra cime di un destino
inevitabile.
Grazie Gianluca
Mistral
Ps
Ho sentito i tuoi versi
toccare “maledettamente” il
mio cuore
26 marzo 2011 at 5:40 PM
Grazie a te per il passaggio…e felice per averti toccato le corde.